Rome University, La Sapienza Chemistry Department Rome, Italy, Europe |
Dr. Giovanni Visco concetto di misura e sua qualita', parametri, problematiche gennaio 2003 |
Corso di Laurea in: Scienze Applicate ai Beni Culturali ed alla Diagnostica per la loro Conservazione Corso di laurea in: Chimica Ambientale |
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Capacita' di uno strumento di misura di reagire, in modo piu' o meno ampio, agli stimoli per la cui rilevazione e' predisposto.
La sensibilita' strumentale non e' di solito lineare ma varia al variare del valore dell'intensita' del fenomeno fisico misurato.
Nella figura precedente vediamo la risposta di un trasduttore. Il fenomeno del mondo reale (in X; temperatura, luce, ecc.) viene convertito in una variabile misurabile (in Y; volts, ampere, ohm, ecc.). La sensibilita' si misura prendendo una variazione di X costante e misurando quale variazione si produce sulla Y. Possiamo usare la derivata, cioe': ΔY/ΔX per ottenere la sensibilita' in un dato punto della curva.
In figura si nota che, data la stessa variazione di X, la variazione su Y e' ben diversa se si leggono bassi o alti valori del fenomeno reale. Sono comunque da preferire trasduttori e strumenti di misura con risposta lineare.
Ora vediamo un caso reale. Esiste un trasduttore per la misura della temperatura usatissimo in tutti i contesti. Non e' altro che un resistore a cui e' stato esaltato il tipico effetto di variazione della resistenza (ohm) in funzione della temperatura.
Come si vede ha un coefficiente negativo e NON e' lineare. Chi lo utilizza deve pensare ad una linearizzazione (matematica) o deve usare una funzione che segua i punti (polinomiale, logaritmica, ecc.).
A proposito, eccovi il file con i dati grezzi. Vi consiglio di guardarlo anche per vedere COME si scrive un file di misure. Sono certo che fra cinque anni leggendolo ancora sapremo dire di che si tratta, cosa abbiamo fatto, ecc..., eccolo nel solito formato Lotus 9.8, .123 oppure formato .wk3.
Se il carattere rilevato e' un attributo (vero-falso, malato-sano, vero-copia), la sensibilita' e' misurata dalla frazione di unita' che possiedono l'attributo e sono classificate correttamente, in rapporto alle unita' totali che realmente possiedono l'attributo (rilevati solo 21 invece di 24 malati, delle 73 unita da misurare). La sensibilita' percio' va da zero ad 1.
I casi che, possedendo l'attributo ma sono classificati erroneamente, si dicono falsi negativi. I casi che, non possedendo l'attributo ma sono classificati positivamente, si dicono falsi positivi.
Perche' ritradurre una frase ben espressa? Riprendiamola direttamente da un lavoro gia' pubblicato:
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